Eleganza di motori in Villa Castiglioni-Fisogni a Tradate

Si è svolto domenica 23 Marzo, nella suggestiva tenuta in stile Liberty di Villa Castiglioni e Museo Fisogni di Tradate, il 2° Concorso d’Eleganza 2025, organizzato dal club VAMS (Varese Auto Moto Storiche), federato ASI (Automotoclub Storico Italiano).

La location della manifestazione è stata ancora una volta l’occasione ideale per coniugare competenza e bellezza, quella della Villa ospitante, con l’ampio cortile e l’incantevole giardino secolare, e quella delle auto d’epoca (anteguerra e dopoguerra) che sempre più generano l’ammirazione di tanti appassionati, giovani ed anziani. Ospitato nella Villa Castiglioni era inoltre possibile visitare Il Museo Fisogni, che raccoglie la più grande collezione al mondo di particolari realtà legate ai motori cioè distributori di benzina antichi, oltre a migliaia di altri oggetti relativi.

Il Club VAMS si occupa di tutelare la cultura del motorismo storico, certificando veicoli conservati o restaurati, nel rispetto dell’originalità. VAMS organizza eventi (come quello riguardante il “Concorso d’Eleganza per auto d’epoca”) e rievocazioni di successo, promuovendo il territorio. Il Presidente VAMS Angelo De Giorgi, a nome del Comitato organizzatore della manifestazione tradatese ha dato il benvenuto a tutti i proprietari delle auto intervenute, sottolineando l’importanza di eventi di questo tipo che favoriscono l’interesse e la passione motoristica di un vasto strato della popolazione oltre che degli specifici proprietari di tali modelli unici. Illustrando l’attività del Club, De Giorgi, oltre agli aspetti di tipo organizzativo specifici del Club, ha segnalato l’attenzione di carattere sociale dello stesso Club, accennando all’attività di veicolazione alla Caritas di beni alimentari messi a disposizione da parte dei proprietari delle auto storiche durante le manifestazioni organizzate.

Guido Fisogni, fondatore del Museo, ed il figlio Nicolò hanno accolto tutti i partecipanti, ben felici di vedere altre ‘unicità’ (quelle delle auto storiche), nel contesto di realtà museali altrettanto uniche ed introvabili (quelle dei materiali legati alle storiche pompe di benzina anche di inizio ‘900).

Sotto la regia di presentazione da parte del giornalista Beppe Macchi, sono intervenuti a parlare gli ‘addetti ai lavori’.

Massimo Del Bo, presidente della giuria dei Commissari giudicanti del Concorso, ha tenuto una ‘lectio magistralis’ sul mondo delle ‘Auto d’epoca’, sul significato e sui criteri di valutazione per una corretta premiazione delle migliori auto in concorso. Cosa si intende per ‘qualità’ in un concorso d’eleganza di auto. Del Bo ha anzitutto indicato le origini del Concorso: esso nasce in Italia attorno agli anni ’20 del secolo scorso, quando, all’epoca, i produttori di automobili facevano motori e telai e poi affidavano ai carrozzieri la creazione della parte estetica; ai concorsi dell’epoca venivano presentate auto nuove, occasione preziosa per fotografarle e offrire, a distanza di anni e decenni, delle informazioni, utili a ricostruire quei modelli e alle valutazioni nei concorsi di eleganza. Concorsi che hanno visto un forte sviluppo in America a metà degli anni ’70: gente appassionata di auto d’epoca, in un tempo dove le conoscenze sulle auto non erano molto diffuse (non c’era Wikipedia!) e i punti di ritrovo molto lontani sul territorio. Si cominciò allora a organizzare punti di ritrovo, con concentrazione di competenze e di scambi e di qualità in fatto di restauro: i concorsi dunque come moltiplicatori di sapere, di competenze ed incontro con esperti, di condivisione di esperienze.

Per quanto invece riguarda la parte tecnica di valutazione di un’auto d’epoca ai fini di un “concorso d’eleganza” Del Bo ha specificato gli elementi in base ai quali l’auto viene giudicata. Ogni auto – ha affermato – ha proprie caratteristiche, quelle che devono essere tramandate alle generazioni future. Molte auto d’epoca non hanno più i proprietari e allora il testimone passa all’auto stessa, la quale deve poter continuare ad offrire il suo messaggio e l’emozione. Di conseguenza occorre conservarla o restaurarla mantenendola fedele all’originale.

Ma quando un’automobile ha bisogno di essere restaurata? “Il punto di non ritorno” è quando essa “non è più in grado di far la funzione per la quale è stata creata”, oppure quando la sua valenza estetica è talmente ammalorata che non è più bella da vedere. L’auto, d’altra parte, si cerca di usarla per tenerla viva, perché se diventa immobile perde la sua funzione e quindi perde il suo fascino. In definitiva, per le vetture d’ante guerra si considerano storicizzate, e quindi accettate, le eventuali modifiche apportate in un periodo di 10 anni successivi alla loro produzione (cioè dall’uscita dal concessionario); per le vetture del dopoguerra si parla di 5 anni e ovviamente più ci avviciniamo al contemporaneo e più la modifica è difficile da accettare. Un ulteriore problema è quello relativo agli anni 50, in cui auto da corsa (es. Ferrari) venivano ‘evolute’ o aggiornate per 3 o 4 anni di fila, cambiando motore o parti della carrozzeria: in tali casi, essendo difficile riportarle all’originale, si conferma, per la valutazione di ‘eleganza’, l’ultima versione realizzata.

Del Bo ha risposto anche alla domanda circa il futuro dei concorsi d’eleganza delle auto d’epoca, quella ad esempio riguardante la possibilità che dall’estero “vengano a prenderci le nostre auto sportive italiane”: in definitiva, come si prospetta il mercato del futuro per le auto d’epoca? Secondo Del Bo il mercato è ormai globale e “le macchine vanno dove ci sono i soldi” e ciò è inevitabile. Importante – e Del Bo lo dice con convinzione – è che “le macchine restino dove vengono amate”. L’importante è che ci sia la passione, una nuova generazione che ama le nostre macchine”.

Le premiazioni: la giuria, composta da otto giudici esperti e commissari tecnici, ha analizzato tutte le automobili divise in cinque classi, secondo origine cronologica della loro costruzione: corpo vettura, carrozzeria, interni, motore, osservando ogni particolare costruttivo legato alla storia, alla celebrità, ai ricordi dei veicoli tutti certificati ASI, esaltando la fedeltà all’origine sia dei mezzi conservati sia di quelli restaurati secondo i più rigorosi canoni costruttivi. Ha inoltre assegnato otto ‘Premi speciali’.

La giuria degli esperti ha eletto “The best of show” NSU Sport Prinz Coupé del ’66 di Cinzia ed Alberto Clerici. Alla Lancia Dilambda Mulliner del ’30 il Premio del Presidente.

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